Taiwan stringe la morsa: multe salate per le aziende che dichiarano erroneamente l'origine dei prodotti

La repressione delle frodi sull'origine mira a salvaguardare l'integrità del commercio e a proteggere le imprese taiwanesi
Taiwan stringe la morsa: multe salate per le aziende che dichiarano erroneamente l'origine dei prodotti

In un passo che segnala il suo impegno verso pratiche commerciali eque, il Ministero degli Affari Economici di Taiwan sta implementando misure più severe per combattere le frodi sull'origine. Parlando al parlamento di Taipei, il Ministro degli Affari Economici J.W. Kuo (郭智輝) ha annunciato che le aziende trovate in violazione delle leggi sull'origine dei prodotti dovranno affrontare multe comprese tra NT$60.000 e un'ingente somma di NT$3 milioni (da US$1.845 a US$92.251). Inoltre, gravi violazioni potrebbero portare alla sospensione delle operazioni di un'azienda.

L'intensificato focus del governo sulla frode sull'origine deriva dalla sua importanza nei negoziati tariffari in corso tra Taiwan e gli Stati Uniti, come evidenziato dal Ministro Kuo durante una riunione della Commissione Economica. Rispondendo alle preoccupazioni sollevate dalla parlamentare del Partito Democratico Progressista (DPP) Chiu Yi-ying (邱議瑩) in merito alla potenziale sfruttamento da parte della Cina attraverso l'etichettatura errata dei prodotti, il Ministro Kuo ha assicurato alla commissione che il ministero sta monitorando attentamente la situazione e ha preparato efficaci contromisure.

Il Ministro Kuo ha sottolineato un approccio multi-sfaccettato per affrontare questo problema, dichiarando: "Monitoreremo i volumi di importazione, applicheremo rigorosamente sanzioni con multe da NT$60.000 a NT$3 milioni per violazione e revocheremo le licenze di import-export dei truffatori." Il ministero prevede inoltre di rafforzare le indagini antidumping e aumentare la consapevolezza tra le imprese locali.

I dati del Ministero delle Finanze rivelano che quasi 800 casi di frode sull'origine sono stati registrati dal 2020, con multe totali di NT$29,58 milioni. Queste violazioni sono correlate alla Legge sul Commercio Estero (貿易法) e alla Legge per l'Istituzione e la Gestione delle Zone di Libero Scambio (自由貿易港區設置管理條例).

In una riunione separata della Commissione Finanze del parlamento, il Ministro delle Finanze Chuang Tsui-yun (莊翠雲) ha ribadito l'impegno del governo a prevenire i tentativi di mascherare l'origine dei prodotti fabbricati in Cina. È stata istituita una task force dedicata per migliorare le ispezioni delle spedizioni illegali alla dogana, con l'obiettivo di impedire l'uso improprio di Taiwan come base per le riesportazioni verso gli Stati Uniti per evadere dazi più elevati. Il Ministro Chuang ha suggerito che il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni, che supervisiona le zone di libero scambio, prenda in considerazione l'aumento delle multe, attualmente fissate tra NT$30.000 e NT$300.000, per allinearle alle sanzioni più elevate previste dalla Legge sul Commercio Estero.

Inoltre, il Ministro del Consiglio per lo Sviluppo Nazionale Paul Liu (劉鏡清) ha annunciato che il Fondo Nazionale per lo Sviluppo, di proprietà statale, ha emesso direttive alle sue società in portafoglio, imponendo loro di astenersi da qualsiasi etichettatura errata dell'origine. Secondo il Ministro Liu, il consiglio aveva ricevuto oltre 40 risposte dal giorno precedente.

In notizie correlate, il Ministro Kuo ha anche affrontato il potenziale impatto dei dazi imposti dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui produttori taiwanesi di semiconduttori, osservando che l'effetto principale sarebbe sui loro clienti con sede negli Stati Uniti. Ha affermato che il governo collaborerà con questi clienti per sostenere un'aliquota tariffaria più favorevole per i produttori taiwanesi.



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