Le esportazioni di Taiwan negli Stati Uniti sono sottoposte a un nuovo esame: La prova di origine è ora obbligatoria

Nuove norme mirano a salvaguardare gli interessi commerciali di Taiwan e a prevenire l'evasione tariffaria
Le esportazioni di Taiwan negli Stati Uniti sono sottoposte a un nuovo esame: La prova di origine è ora obbligatoria

Taipei, 26 aprile - A partire dal 7 maggio, l'Amministrazione del Commercio Internazionale (ITA) del Ministero degli Affari Economici (MOEA) di Taiwan richiederà documentazione che dichiari l'origine dei prodotti fabbricati a Taiwan ed esportati negli Stati Uniti. Questa misura mira a impedire che merci prodotte altrove utilizzino Taiwan come punto di transito per aggirare tariffe più elevate imposte da Washington.

Gli esportatori che non forniranno una dichiarazione di origine firmata potrebbero incorrere in multe fino a NT$3 milioni (US$92.164), secondo l'ITA.

L'ITA ha dichiarato che, a seguito dell'implementazione di "tariffe reciproche" variabili da parte degli Stati Uniti il 2 aprile sui paesi con significativi surplus commerciali, i produttori di altre nazioni potrebbero essere incentivati a manipolare l'origine dei prodotti. Potrebbero potenzialmente utilizzare Taiwan come canale di transito per evitare tariffe più severe.

Taiwan attualmente affronta una tariffa del 32 percento. Alcuni paesi della regione sono stati soggetti a tariffe ancora più elevate, tra cui il 46 percento per il Vietnam e il 37 percento per la Thailandia.

A seguito dell'annuncio iniziale delle tariffe del 2 aprile, gli Stati Uniti hanno sospeso le nuove tariffe per 90 giorni il 9 aprile, decidendo invece di implementare un dazio di base del 10 percento sulla maggior parte dei paesi, escludendo la Cina, che affronta tariffe fino al 245 percento su alcune importazioni.

L'ITA ha spiegato che la dichiarazione di origine firmata è progettata per impedire ai produttori di altre nazioni di sfruttare Taiwan attraverso il re-imballaggio o la lavorazione dei loro prodotti prima di spedirli sul mercato statunitense.

L'ITA ha avvertito che la mancata attuazione di queste misure preventive potrebbe compromettere la posizione internazionale di Taiwan, la sua reputazione e le sue possibilità di ottenere riduzioni tariffarie durante i negoziati con gli Stati Uniti.

L'ITA ha sottolineato che questo nuovo requisito non è inteso a ostacolare gli esportatori taiwanesi. Invece, incoraggia la collaborazione tra esportatori e governo per eliminare eventuali scappatoie, proteggendo così gli interessi di Taiwan nel commercio internazionale e nella crescita economica.

Citando il Foreign Trade Act, l'ITA ha evidenziato che i trasgressori dovranno affrontare sanzioni che vanno da un avvertimento a una multa da NT$60.000 a NT$3 milioni. La sanzione più severa prevede la revoca delle licenze di esportazione e importazione.

L'ITA ha consigliato agli esportatori di consultare l'U.S. Customs and Border Protection (CBP) per una revisione anticipata dell'origine dei loro prodotti. Questo a causa delle diverse metodologie nella determinazione dell'origine del prodotto tra Taiwan e gli Stati Uniti. Questo passo proattivo è incoraggiato per proteggere gli interessi degli esportatori taiwanesi.

Inoltre, l'ITA ha suggerito che le aziende taiwanesi comunichino con i loro acquirenti americani in merito all'origine dei loro prodotti prima della spedizione negli Stati Uniti.

In aggiunta, il MOEA ha organizzato un forum venerdì per assistere circa 3.000 esportatori taiwanesi, compresi quelli nei settori dei macchinari e degli utensili, nella comprensione e nel soddisfacimento dei nuovi requisiti.

Avvocati americani specializzati in casi di origine del prodotto sono stati invitati dal MOEA a condividere approfondimenti su come la dogana statunitense determina l'origine dei prodotti durante il forum.

L'ITA ha citato avvocati statunitensi affermando che la dogana statunitense di solito determina l'origine dei prodotti caso per caso.



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