Taiwan promette di bloccare il commercio della Cina con gli Stati Uniti.

Il viceministro assicura il partenariato degli Stati Uniti contro il riciclaggio di origine tra le preoccupazioni della zona di libero scambio
Taiwan promette di bloccare il commercio della Cina con gli Stati Uniti.

Taipei, 10 aprile - Il governo di Taiwan sta collaborando attivamente con gli Stati Uniti per prevenire il "riciclaggio di origine", secondo il viceministro degli Affari Esteri. Questo impegno arriva in risposta alle preoccupazioni che i piani proposti per le zone di libero scambio potrebbero, involontariamente, consentire alla Cina di aggirare i dazi statunitensi.

Il viceministro degli Affari Esteri Chen Ming-chi (陳明祺) si è rivolto alla Commissione Affari Esteri e Difesa Nazionale dello Yuan Legislativo, fornendo un aggiornamento sulla strategia commerciale di Taiwan a seguito dei recenti annunci sui dazi statunitensi da parte del presidente Donald Trump.

La sessione ha incluso rappresentanti di vari ministeri chiave, tra cui il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dell'Economia e il Consiglio per gli Affari Continentali, evidenziando l'importanza intergovernativa della questione.

Le osservazioni del viceministro hanno affrontato direttamente le preoccupazioni relative a una "Zona di Dimostrazione di Libero Scambio Offshore" proposta. Questa zona è in fase di valutazione nell'ambito degli emendamenti alla Legge sullo Sviluppo delle Isole Offshore, avviata dal Kuomintang (KMT), il più grande partito di opposizione di Taiwan.

Questi emendamenti, introdotti dalla parlamentare del KMT Chen Yu-jen (陳玉珍), potrebbero consentire l'ingresso di individui, aziende, merci e servizi cinesi nella zona, in base a regolamenti ancora da definire.

L'intenzione alla base della proposta, che mira a liberalizzare il commercio tra la Cina e le isole di Kinmen e Matsu di Taiwan, è quella di facilitare il commercio transfrontaliero "allentando opportunamente le norme pertinenti".

Durante la sessione parlamentare, il parlamentare Puma Shen (沈伯洋) del Partito Democratico Progressista (DPP), al governo, ha espresso preoccupazioni, avvertendo che gli emendamenti potrebbero "aprire una porta secondaria" affinché la Cina eluda i sostanziali dazi del 128% applicati alle esportazioni destinate agli Stati Uniti.

La parlamentare del DPP Lin Chu-yin (林楚茵) ha fatto eco a queste preoccupazioni, sottolineando una potenziale contraddizione con gli sforzi volti a costruire catene di approvvigionamento indipendenti dalla Cina.

Ha fatto riferimento alla Legge sul Commercio Estero del 2019, che rafforza già le misure di verifica dell'origine e aumenta le sanzioni, con l'obiettivo di impedire che Taiwan venga utilizzata come punto di transito per il "riciclaggio di origine" durante l'attuale "guerra commerciale USA-Cina".

Il viceministro degli Affari Esteri Chen ha ribadito l'impegno di Taiwan nei confronti degli Stati Uniti su questo fronte e ha assicurato che il paese attuerà "precauzioni complete" per affrontare la questione.



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