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Esame dell'impatto della legge "antisecessione" della Cina

Uno sguardo alle implicazioni della legislazione sulle relazioni tra le due sponde dello Stretto e sulla sovranità di Taiwan
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Mentre Pechino commemorava il 20° anniversario della sua legge "Anti-Secessione", il Consiglio per gli Affari Continentali (MAC) di Taiwan ha ribadito la sua natura non vincolante.

La legislazione, volta a scoraggiare e contrastare ciò che Pechino percepisce come forze separatiste a Taiwan, è stata un punto di contesa nelle relazioni tra le due sponde dello Stretto. Il MAC ha sottolineato che la legge non ha alcuna autorità legale sui cittadini taiwanesi o sulla sovranità della Repubblica di Cina.

Gli obiettivi della Cina, come articolati dai funzionari, si concentrano sul mantenimento del dominio e dell'iniziativa sulle relazioni tra le due sponde dello Stretto, con l'obiettivo finale di "unificare" la nazione. La legge "Anti-Secessione" è vista come uno strumento per raggiungere questo obiettivo, operando sotto la guida di uno specifico quadro ideologico.

La legge mira anche a mantenere la sovranità nazionale e l'integrità territoriale utilizzando contromisure e deterrenza, tracciando effettivamente una "linea rossa chiara" riguardante il potenziale uso della forza contro le azioni pro-indipendenza.

In risposta, il MAC ha dichiarato che la legge fa parte degli sforzi di Pechino per condurre una "lawfare" contro Taiwan. Inoltre, hanno sottolineato che tali azioni servono solo ad alienare la popolazione taiwanese, a intensificare le ostilità reciproche e a ostacolare i progressi diplomatici attraverso lo Stretto di Taiwan.

Il Consiglio ha ribadito il suo impegno a difendere la sovranità, la democrazia, la prosperità, la pace e la stabilità di Taiwan, stando in solidarietà con tutti i taiwanesi di fronte alle ambizioni di Pechino. È stata inoltre evidenziata la resilienza del popolo taiwanese nel resistere all'annessione.

Approvata nel 2005, la legge "Anti-Secessione" fornisce un quadro giuridico per la Cina per affrontare quelle che considera azioni "secessioniste" a Taiwan, incluso il potenziale uso di "mezzi non pacifici".



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